L’agopuntura può influenzare i bisogni erotici ?
Dr. C. Le Prestre
Tenterò di rispondere a questa domanda con l’aiuto del Dott. Gèrard ZWANG che ha scritto un libro notevole: “La funzione erotica”, edito da LAFFONT.
Bisogni quantitativi
Secondo Wilhelm Reich, in una vita normale si praticano 5000 coiti (onde evitarvi di calcolare a mente, vi dico che ciò corrisponde a due volte a settimana dai 15 ai 75 anni).
A molti questa stima sembrerà mediocre perché tiene conto solo delle eiaculazioni: è dubbio che la maggior parte delle donne riesca a provare cinquemila orgasmi di buona qualità, e non bisogna dimenticare che le masturbazioni portano a un certo numero di orgasmi.
E’ quindi logico parlare di 5000 bisogni orgasmici, qualunque sia la modalità con cui detti bisogni vengono soddisfatti.
Al di sotto di questa cifra, gli inibiti, gli impotenti e le frigide, rientrano nella patologia erotica.
a) I limiti: la capacità orgasmica.
In questo campo, l’anormalità sembra sempre corrispondere all’insufficienza, ma esistono limiti fisiologici naturali e la capacità orgasmica non è inesauribile.
Alcuni censori, invece di sbalordirsi per gli eccessi sessuali, farebbero meglio a impietosirsi per la miseria erotica, quantitativa e qualitativa, della maggior parte dei loro contemporanei, in quanto la satiriasi e la ninfomania, sfortunatamente, attengono alla sfera della mitologia.
Sono i centri diencefalici che limitano le possibilità orgasmiche; è più difficile praticare i vizi d’alcova che quelli di gola.
Questi centri dotano ciascuno di noi di una determinata capacità naturale di provare l’orgasmo per un certo numero di volte e l’effetto degli afrodisiaci è sempre seguito da una fase depressiva.
D’altronde, va sottolineato che l’attività erotica richiede una “buona forma” fisica e che, proprio come lo sport, necessità di buoni muscoli: quelli dei corpi cavernosi, quelli pelvici e perineali, ecc.. Più si fa l’amore, più lo si fa con facilità…
b) Le fluttuazioni nel corso della vita.
– Mentre l’attività erotica degli anziani maschi, nonostante la riprovazione generale (ah, il vecchio sporcaccione) è ammessa da sempre, Freud ebbe qualche difficoltà nell’imporre il concetto di una funzione erotica normale in età pre-puberale; va aggiunto, però, che nella prima infanzia i giochi erotici mirano al divertimento o al soddisfacimento di una curiosità piuttosto che al raggiungimento dell’orgasmo.
– Sono gli ormoni gonadotropi della pubertà che risvegliano il bisogno orgasmico un po’ assopito in fase scolare.
– Ed è verso i vent’anni che si produce il vigoroso “primo respiro erotico”, che per molti è l’ultimo…
– In età adulta si instaura una velocità di crociera, la seconda fase, che durerà trenta, quaranta anni. Una volta, tre volte a settimana, due volte al mese o due volte al giorno, è solo una questione di capacità personale, di peculiarità individuale: è l’abitudine sessuale di fondo,a cui, però, possono aggiungersi orgasmi supplementari, degli extra, magari alle feste comandate.
Il consumo orgasmico corrente rimane molto al di sotto delle capacità erotiche individuali. Lo si potrebbe paragonare alla minzione per rigurgito dei ritenzionisti cronici: chi non ha più di un orgasmo al mese somiglia a coloro la cui vescica espelle sporadicamente qualche goccia di urina…
Le variazioni temporali non vanno trascurate: non si può negare l’influenza del ciclo mestruale sul desiderio femminile. L’uomo, che non ha ciclo testicolare, non è comunque al riparo da influenze ormonali.
Sia gli uomini che le donne subiscono un’esacerbazione del bisogno erotico quando la luce e il tepore stuzzicano il loro diecefalo.
Ogni individuo alterna fasi di aumento e poi di diminuzione del desiderio.
Potersi mantenere a lungo all’apice dell’orgasmo dipende da condizioni esterne estremamente variabili, quelle che poi danno sapore alla vita (ferie, vacanze, incontri con persone che non si vedono da tempo, nuovi partner, ecc…).
– Alla menopausa, il bisogno orgasmico non scompare nella donna, magari si attenua.
– Per quanto riguarda l’andropausa, essa è una questione mentale: il testicolo continua a funzionare sino alla morte. Il vigore nell’amplesso decresce, ma a una velocità molto variabile a seconda degli individui e vi sono dei vecchietti allegri che hanno avuto figli senza dover chiedere aiuto al loro migliore amico. La presunta fine dell’attività sessuale della terza età riguarda solo quelli che erano poco attivi già da più giovani.
Bisogni qualitativi
Al di là dei quadri patologici, l’unico fattore che modera il bisogno orgasmico quantitativo è il bisogno qualitativo.
Esiste una scala di valori: l’adulto deve scegliere una categoria di oggetto sessuale, uomo, donna, bambino, animale, macchina o carota.
L’autoerotismo è un valore sicuro, ma di categoria inferiore in quanto non raggiunge l’alto grado di sensibilità dell’appagamento eterosessuale pieno, non essendo valorizzato dalla tenerezza dell’altro. Questo altro che viene, assurdamente, escluso quando si usano falli montati su cuscinetti a sfera o bambole gonfiabili. Un piacere di qualità inferiore ma né degradante né colpevole, né trascurabile.
Ci vogliono, in effetti, parecchi anni di coiti insipidi perché le donne ritornino alle pratiche digitali dei loro tredici anni.
In fin dei conti è l’altro, il compagno di piacere che rende più alto il valore dell’orgasmo; la dialettica tra quantità e qualità finisce sempre col giocare a favore della qualità.
Ahimè, molti restano allo stadio del servizio sessuale: alcune donne sognano uomini che siano dei porta-pene; alcuni uomini si limitano, nei rapporti, a noleggiare temporaneamente le vagine. Nient’altro che una forma un po’ diversa di masturbazione.
L’orgasmo, perché?
La continenza è un lusso o una malattia, l’eccesso è un mito.
La miseria erotica provoca danni immani: gli emarginati dai piaceri della carne cadono in uno stato di carenza fisiologica, causa di molti sintomi patologici.
E quanti godono di piaceri surrogati (denaro, cibo, gadget) o, ancora, per interposta persona, facendo l’amore con attrici o attori, a meno che la pesca con la lenza, il lavoro a maglia, le faccende di casa, la manutenzione dell’auto, il bar con gli amici non colmino questo vuoto.
L’acredine dei non-realizzati erotici conduce alla nevrosi depressiva o all’aggressività e li spinge a commettere angherie, a imporre divieti: si organizzano in leghe anti-vizio, ingaggiando lotte contro l’erotismo, la pornografia e la gioventù bruciata. Se si è appagati sessualmente, il corpo e lo spirito possono essere dedicati al resto, qualunque esso sia.
Tranquilli nel basso ventre, è possibile intrattenere con il prossimo rapporti di cordialità, di amicizia, di cortesia, rapporti paritetici, il che non vuol dire monotoni.
Mi avete sentito parlare di “peculiarità fisiologiche”, di “variazioni stagionali”, di “diencefalo”, ecc., e avete sicuramente notato in che misura l’agopuntura può essere applicata alle situazioni che ho descritto.
Si, l’agopuntura consente di ottenere la salute erotica. L’agopuntura, ma con quale metodo?
Innanzitutto, cosa che ripeto da anni, prima di essere agopuntori dobbiamo essere noi stessi l’agopuntura; mi spiego: è necessario che il gesto dell’agopuntore trasmetta, al di là dei cataloghi, dei punti privilegiati, del modo di infiggere l’ago, ciò che egli stesso ha vissuto.
Ecco perché, e vorrei essere inteso bene, si possono pungere tutti i “punti d’agopuntura”, ma non uno qualsiasi…
Noi, medici agopuntori, sappiamo, in effetti, che non esiste alcuna prova né di successo né di fallimento, cosa invece molto cara ai tecnici. E questa deve essere una delle nostre qualità, quella di non averne bisogno, perché la prova è solo il piacere della sicurezza. Se l’agopuntura non è ancora misurabile, lo è comunque in positivo, nel senso che non è ancora quantificabile ciò che può fare, come testimoniamo sia noi stessi che i nostri pazienti.
• L’agopuntura non può in alcun modo influire sui bisogni erotici: può solo consentire a tutti noi di realizzarli, facendo andare in pezzi le gabbie blindate che ci soffocano, più o meno tutti. Essa consente di passare dal primario al secondario, dal bisogno al desiderio.
Ma affinchè ciò sia possibile, a mio avviso, si deve cominciare l’agopuntura molto presto, a partire dall’età di tre anni, due volte l’anno, all’epoca dei solstizi. (Non dimentichiamo che l’agopuntura, per vocazione, è un metodo preventivo). E’ uno dei modo migliori per aiutare un bambino a stare al mondo.
Ed è proprio nel bambino che è più appropriato l’uso dei punti antichi SU, soprattutto TING e YONG che regolarizzano l’energia.
In seguito, in età adulta, dopo averne riequilibrato l’energia, si dovranno utilizzare dei punti privilegiati. Non sono d’accordo con il Dott. VAN N’GHI quando scrive nel suo Trattato che “l’impotenza è generalmente dovuta all’onanismo o agli abusi sessuali”, però utilizzo da sempre i punti da lui indicati: 2 e 4 VG e 4 VC, 23 V e, naturalmente, il Sann Li delle gambe (36 E) e il SAN INN TSIAO (6 RP).
Si impiegheranno, inoltre, alcuni punti del Maestro del Cuore la cui energia si manifesta quando quella dei reni è in piena azione da 17 a 19 H, o meglio da 5 a 7… Ma il massimo si raggiunge tra 19 H e 21 H. Il 9° è uno dei punti più importanti.
Mi limiterò a citarvi solo questi punti, che voi conoscete. Magari ne conoscete altri, ma non è questa la sede per parlarne.
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L’agopuntura è come una pianta. In passato era allo stadio della radice, ora è in fiore. Secondo me è rischioso rinchiuderci nell’esoterismo delle radici, nel voler assolutamente vivere il padre (cioè la tradizione) invece di vivere il figlio.
Ma è altresì rischioso vedere solo il fiore (cioè questo fulgore nuovo), in quanto il fiore non esiste senza la radice; come sono tristi quelli che non vedono né fiori né radici, cioè i nostri colleghi allopati, che tutti noi siamo stati un tempo, forti delle nostre conoscenze di chimica idraulica.
La vera crescita è la conoscenza della radice illuminata dalla coscienza.
E’ quindi necessario vivere i valori e diffonderli al fine di instaurare il dialogo. Si può dire che l’agopuntura sia una forma di linguaggio vivente.
Il sesso è il mediatore naturale dell’individuo nei suoi rapporti con gli altri e con il mondo.
Ma se il bisogno è quantitativo, il desiderio è qualitativo. L’agopuntura, sbloccando ciò che è imprigionato,può far nascere e realizzare il desiderio.
Se il bisogno soddisfatto dà forza, il desiderio appagato infonde potenza, come dice Jean CARTERET.
L’agopuntura libera la potenzialità erotica; l’agopuntura e l’auricoloterapia, in quanto l’orecchio è in rapporto con la notte (vediamo il giorno e sentiamo la notte). E’ in rapporto con la notte, cioè con la profondità dell’essere.
L’agopuntura consentirà all’altro di stabilire con il mondo un rapporto che sarà l’esaltazione della vita. L’agopuntura regolarizza questa armonia cosmica che ci pervade e ci da assurgere a quello stato di grazia che va oltre l’accettazione del proprio essere, e che solo l’uomo conosce e coltiva: il cammino della vita illuminata.
Concluderò citando REICH: “La tua vita sarà piacevole quando essa conterà per te più della sicurezza, quando l’amore conterà più del denaro e la tua libertà più di quello che gli altri pensano, quando la musica di Bach e di Beethoven sarò la colonna sonora della tua vita, quando gli esseri umani non se ne andranno in giro con il ventre contratto e rigido e con gli organi genitali mogi e infreddoliti”.
Credetemi, l’agopuntura, questa medicina di ieri, ma anche di domani, e che noi stiamo vivendo oggi, è un linguaggio che consente di parlare al malato in modo da capire cosa ha da dirci e così poterlo aiutare a divenire ciò che è.