Abstract
L’autore fa un escursus nel campo della ricerca in agopuntura, dal suo apparire a metà degli anni ’70 in occidente, ai giorni d’oggi. L’agopuntura ha avuto una grossa diffusione in Occidente a metà degli anni ’70 allorché si è avuto eco della sua applicazione nel campo dell’analgesia. Molte delegazioni di medici e non si recarono in Cina per assistere agli interventi chirurgici eseguiti con la sola analgesia d’agopuntura. I cinesi giunsero al suo impiego allorché constatarono che in seguito ad alcuni piccoli interventi chirurgici quali l’estrazione dentaria e la tonsillectomia, si aveva la comparsa del dolore post – operatorio e la disfagia quest’ultima in particolare dopo la tonsillectomia. Questi disturbi scomparivano rapidamente con la puntura del RO – KOU, punto localizzato tra il primo e secondo metacarpo della mano. Partendo da tali presupposti ed impiegando l’agopuntura non sola a titolo curativo, ma preventivamente si poteva ridurre le dosi d’anestetici chimici, fino a pervenire alla loro totale soppressione. Durante tale operazione gli aghi non erano soltanto lasciati nel punto d’agopuntura, ma erano stimolati con movimenti rotatori in modo costante; ciò procurava l’effetto analgesico vero e proprio. Successivamente la stimolazione manuale fu sostituita dalla elettroanalgesia e il campo d’azione fu ampliato, e i medici cinesi s’indirizzarono dapprima verso la piccola chirurgia addominale: appendicectomia, erniotomia inguinale, estendendola poi al cesareo, alla tiroidectomia, alla lobectomia polmonare, alla commisurotomia per restringimento mitralico ed anche ad interventi a cuore aperto con circolazione extracorporea. Quali le differenze tra anestesia tradizionale e analgesia d’agopuntura? Per quest’ultima non è richiesta alcun impiego farmacologico, ma semplicemente l’utilizzazione degli aghi. e con l’analgesia il paziente non perde mai la coscienza ed anche se avverte una completa scomparsa del dolore, conserva la sensazione tattile e termica. Inoltre durante l’intervento il paziente può facilmente rispondere ad eventuali quesiti del chirurgo, e dai filmati giunti in occidente, si è visto il paziente in alcuni casi mangiare un frutto. Questo evento ha permesso alla agopuntura di ” sfondare ” in Occidente, negli anni ’70, anche se in Europa fu introdotta per la prima volta nel XVI secolo, per merito di un gesuita ed il primo scritto che tratta della medicina orientale è il
L’analgesia con agopuntura aprì nuovi scenari nell’ambito della terapia del dolore e soprattutto suscitò un grande interesse dei medici sia orientali che occidentali, e pertanto avviarono una complessa ricerca in campo agopunturistico. Complessa perché alcuni ricercatori approfondirono lo studio delle strutture energetiche, e in particolare i punti d’agopuntura e i relativi canali dove appunto si localizzano gli agopunti. Altri invece approfondirono lo studio delle vie nervose implicate, altri ancora, dei neuropeptidi prodotti a seguito dell’azione specifica degli aghi d’agopuntura. Negli ultimi anni ci sono stati i riconoscimenti ufficiali dell’agopuntura e in particolare lo studio condotto dal NHI, e più recentemente la ricerca è stata indirizzata secondo l’EBM.
Definiamo ora i vari punti:
Gli agopunti sono dimostrabili elettricamente, infatti, la resistenza elettrica dell’epidermide è nettamente inferiore in corrispondenza dei punti d’agopuntura rispetto a quella circostante. Tale differenza persiste nel cadavere e negli arti sezionati. Questi punti presentano senz’altro una resistenza elettrica inferiore, ma hanno una conducibilità elettrica maggiore. Altro elemento caratteristico degli agopunti è la presenza in 260 di loro la relazione con un grosso vaso, mentre 152 sono in relazione con un tronco nervoso. A metà degli anni ’80 il dott. Jean Claude Darras di Parigi evidenziò quelle strutture energetiche denominate canali o meridiani di agopuntura, dove secondo la tradizione circola l’energia denominata qi. Lo studio è stato condotto presso l’ospedale Necker di Parigi, e consisteva nell’introdurre in un punto d’agopuntura del tecnezio radioattivo e di seguire il suo percorso attraverso una camera a scintillazione. Dopo l’introduzione della sostanza in punto del piede, si evidenziava la comparsa del canale, lungo la gamba, la coscia, cammino che avveniva secondo un canale già descritto dalla Medicina Tradizionale Cinese.
-Questa migrazione non varia da un soggetto all’altro. Il tragitto segnato dal tecnezio non corrisponde ad alcuna struttura anatomica attualmente conosciuta.
-La migrazione è stata studiata in soggetti sia normali che patologici; essa segue gli stessi tragitti e questi risultano analoghi a quelli identificati dalla MTC sotto il nome di canali.
-Il carattere distintivo tra le vie dei canali e quelle vascolari, è che nel primo la migrazione avviene secondo un tragitto assiale analogo al canale conosciuto e non trasversalmente, come l’anatomia vascolare lo descrive.
Inoltre iniettando del percantato di sodio in un punto di agopuntura e nella vena dorsale del piede, la velocità di migrazione risulta maggiore nella via vascolare che lungo il tragitto dei canali.
-Analogamente lo studio è stato condotto simultaneamente sulle vie linfatiche e sui canali di agopuntura. Si è riscontrato che la sostanza specifica per la linfografia si diffondeva normalmente nei vasi linfatici, evidenziando anche le ghiandole linfatiche, mentre la sua iniezione nel punto di agopuntura non era seguita da migrazione e di conseguenza dalla comparsa del canale.
Viceversa utilizzando il percantato di sodio, si evidenziava il tragitto dei canali, ma non dei vasi linfatici.