Gate control
Questa teoria fu proposta da Melzack e Wall nel 1965, che per prima si interessarono al ruolo delle fibre nervose mieliniche e amieliniche. La differenziazione riguarda il calibro e la conduzione, infatti, le mieliniche sono più rapide rispetto a quelle amieliniche, e inoltre si distinguono in A e B le mieliniche e C le amieliniche.
Le fibre mieliniche sono deputate alla sensibilità epicritica, mentre quelle amieliniche sono responsabili della sensibilità dolorifica e protopatica. In condizioni fisiologiche le fibre a conduzione rapida prevalgono sulle fibre a conduzione lenta; in questo modo è sbarrata la trasmissione degli impulsi dolorifici. In condizioni patologiche le fibre a conduzione lenta possono prevalere sulle altre e di conseguenza determinare l’insorgenza della manifestazione dolorosa. L’agopuntura svolgerebbe un’azione di stimolazione sulle fibre nervose a conduzione rapida con conseguente effetto di tipo inibitorio sulle fibre a conduzione lenta.
A metà degli anni 70, a seguito di numerosi interventi chirurgici condotti con la sola analgesia d’agopuntura, molti studiosi indagarono per ricercare quale sostanza era implicata in questa fase.
Furono attentamente studiate le endorfine, composti naturali che si trovano nel cervello, e che avevano una struttura analoga a quella degli oppiacei come la morfina e l’eroina. La loro azione è stata studiata indirettamente attraverso il Naloxone che, come sappiamo, manifesta un’azione inibitoria sugli effetti degli oppiacei e delle stesse endorfine: da qui l’ipotesi di lavoro secondo cui, se si fosse dimostrato che il Naloxone blocca l’effetto analgesico dell’agopuntura, con buone probabilità ciò sarebbe da attribuire appunto all’azione delle endorfine. Questi studi furono approfonditi in laboratorio, infatti, fu dimostrato che in una coppia di cani da laboratorio la cui circolazione era innestata l’una con l’altra e viceversa, si evidenziava che allorché un’analgesia per agopuntura era praticata in un determinato territorio del primo cane, la medesima analgesia era ottenuta per il secondo senza che questo subisse l’infissione d’aghi. Analoghi studi furono condotti in altri laboratori di ricerca.
Recentemente alcuni AA. hanno formulato l’ipotesi che l’agopuntura esplicherebbe una duplice azione: l’infissione dell’ago agirebbe direttamente sulle fibre nervose mieliniche a conduzione rapida, primo sbarramento afferente queste agirebbero sulle cellule deputate alla produzione di sostanze endorfiniche le quali a loro volta invierebbero dei messaggi efferenti atti a bloccare le vie nervose che collegano le terminazioni nocicettive e la corteccia cerebrale. Secondo sbarramento efferente. Questa teoria concilierebbe gli studi finora condotti sia da un’azione dell’agopuntura per via nervosa che per via umorale; pertanto l’una non escluderebbe l’altra. Nel novembre 1997 presso il NHI c’è stata un’importante conferenza di Consenso sull’Agopuntura e questo dopo un’attenta valutazione della letteratura medica esistente e di una serie di presentazioni messe a punto dai ricercatori sull’agopuntura.
Le dichiarazioni di consenso sono state espresse sulle seguenti questioni:
1) Quale efficacia ha l’agopuntura, comparata al placebo o alla falsa agopuntura, nelle condizioni in cui sono sufficienti dati disponibili per la valutazione?
Ebbene nelle condizioni per la quale è possibile una valutazione con dati sufficienti, si è verificato che esiste una chiara evidenza della efficacia dell’agopuntura in alcune patologie.
2) Quale posto ha l’agopuntura nel trattamento di varie condizioni perciò esistono sufficienti dati disponibili; questo in confronto ad altri interventi, o ancora in combinazione con altri interventi (incluso il non intervento)?
I NHI così si sono espressi: ” Uno dei vantaggi dell’agopuntura è che l’incidenza degli effetti indesiderati è sostanzialmente più bassa di quella di molti farmaci. Ad esempio, le patologie muscolo-scheletriche come la fibromialgia, il dolore miofasciale, l’epicondilite sono condizioni per le quali l’agopuntura può essere utile. Queste patologie dolorose sono state spesso trattate con antinfiammatori o con iniezioni di steroide. Entrambi gli interventi hanno potenziali effetti collaterali deleteri, ma sono ancora largamente usati. I risultati che sostengono l’utilizzo di queste terapie non sono migliori di quelli che supportano l’agopuntura.
3) Che cosa si conosce degli effetti biologici dell’agopuntura, che ci permettono di comprendere come agisce?
I NHI hanno accertato quanto segue ” molti studi hanno dimostrato che l’agopuntura può determinare effetti biologici multipli di trattamento. Tali risposte si manifestano in vicinanza del sito di applicazione o a distanza, mediate principalmente dai neuroni sensitivi verso molte strutture all’interno del SNC. In conclusione l’agopuntura è stata dichiarata valida per la cura delle seguenti patologie:
Proprio questa dichiarazione del NHI sul ruolo dell’agopuntura in malattie che non hanno relazione con il dolore, ha posto in evidenza un ruolo dell’endorfine non assoluto e pertanto si è pensato ad altre sostanze coinvolte. Infatti, il dott. L. Bontà, Emeritus Professor of Pharmacology, Erasmus University Rotterdam, The Netherlands, formula l’ipotesi dell’intervento delle citochine, che appartengono al gruppo dei mediatori d’infiammazione, e di queste sono state identificate più di 50 e rientrano nel novero dei peptidi. Queste citochine sono implicate nelle manifestazioni infiammatorie e immuni e sono prodotte essenzialmente dai macrofagi e dai linfociti. L’azione dell’agopuntura si esplicherebbe attraverso questo duplice meccanismo: produzione della beta-endorfina e citochine. Tale reazione potrebbe spiegare l’effetto che l’agopuntura può avere in varie patologie, basata su meccanismo immunoinfiammatorio, come nel caso dell’asma bronchiale e l’artrite reumatoide. Non dimentichiamo che conosciamo bene il ruolo dell’agopuntura nell’incremento della produzione dei globuli bianchi. Recentemente si è approfondito l’argomento della ricerca secondo l’EBM e si è esplorata la possibilità di applicarla anche all’agopuntura. Naturalmente questo ha determinato numerosi problemi, in particolare nei confronti del pensiero cardine dell’agopuntura, vale a dire il concetto olistico, che come sappiamo, costituisce il fondamento della MTC, e si esprime con l’individualizzazione del soggetto, proprio nel rispetto del carattere olistico della disciplina. Per questo motivo l’agopuntore non può adoperare set di punti già predefiniti, ma ricercare specificamente quei punti che attengono a quel soggetto con quella determinata patologia.. Il dott. Wainwright Churchill in un articolo pubblicato sul Journal of Chinese Medicine, a proposito dell’EBM, evidenzia com’è incompleta la valutazione evidence based in agopuntura, arrivando a contestare l’assunzione filosofica della scienza occidentale che vedrebbe il paradigma “scientifico”, ora essenzialmente biomedico, alla base della “vera” medicina. E’ evidente che il paradigma delle due medicine occidentale e orientale sono completamente diversi e di conseguenza non appare giusto che la società medico-scientifica giudichi l’agopuntura in conformità ad un paradigma, quello biomedico, che non la descrive pienamente, se non per niente. E’ chiaro che finché ci sono queste posizioni sembra non esserci alcuna compatibilità tra le due medicine, ma per il futuro si può prevedere che vi sia una migliore qualità metodologica negli studi clinici, con particolare attenzione all’evidence based, da parte dei medici agopuntori, e ciò non significa una perdita della sua d’identità, ma di porre una particolare attenzione per un paradigma non biomedico, che non sia considerato inferiore all’altro, ma con l’obbiettivo comune di un miglioramento della pratica clinica. Del resto si è riscontrato che utilizzando dei set di punti predefiniti, i dati risultano contrastanti. In due studi sull’efficacia dell’agopuntura nella lombalgia si hanno dati addirittura opposti! Van Tulder e altri concludono che la qualità metodologica complessiva dei dati analizzati è scarsa e non appare evidente che l’agopuntura dia risultati migliori d’altri trattamenti, al contrario, Ernst e altri considerano l’agopuntura più efficace d’altri interventi analizzati. Oggigiorno si ritiene che gli studi che riguardano l’agopuntura non devono concernere solo l’aspetto metodologico, ma anche clinico, e possibilmente deve coinvolgere esperti della materia, che la impiega quotidianamente, solo così possiamo garantire i risultati. Altra questione irrisolta è il finanziamento di queste ricerche che può apparire secondario, laddove è di massima importanza per portare avanti un discorso serio ed efficace. In definitiva gli studi fin qui condotti provano l’efficacia dell’agopuntura in numerose patologie, e soprattutto si sono chiariti quali elementi coinvolti nell’azione dell’agopuntura. Certamente ci sono molti nodi irrisolti, ma noi medici agopuntori, auspichiamo che in un prossimo futuro ci sia una maggiore chiarezza per questa medicina millenaria e straordinariamente affascinante