Agopuntura, terapia del cuore
AGOPUNTURA, non solo per sconfiggere il dolore. A descriverne l’efficacia in vari campi, tra cui anche i disturbi del ritmo cardiaco, è Italo Sabelli, a Napoli pioniere della scienza che dagli anni ‘70 è sulla scena internazionale. «All’epoca, l’agopuntura rappresentava solo una terapia antidolorifica – ricorda – una funzione che si sviluppa attraverso tre meccanismi: innalzamento della soglia del dolore, incremento delle endorfine e aumentata produzione di chinine, sostanze ad azione antinfiammatoria».
Solo nel ‘97, durante una “consensus conference” a New York, 12 esperti del National Institute of Health ne confermarono l’efficacia anche in altre patologie.
Così, l’agopuntura assunse un duplice ruolo: terapia integrativa e terapia distinta, un ruolo oggetto di ulteriori approfondimenti. Non invasiva, decretarono gli esperti, ma anche priva di effetti collaterali rispetto ad altri trattamenti. «Tanto che si decise di tentarne l’utilizzo in onco- logia — precisa Sabelli — nel tempio della medicina dei tumori che la sperimentò per primo: il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, diretto da Barrie Cassileth, responsabile di Medicina integrata. Fu lei a promuovere studi pubblicati su Journal Clinical Oncology dove si rivelava l’efficacia dell’agopuntura contro gli effetti collaterali da chemio e radioterapia: vomito, nausea, neuropatia periferica, affaticamento, depressione, ansia, insonnia e vampate di calore».
Dai tumori alle aritmie cardiache, in particolare alla fibrillazione atriale. «Sulla scorta di varie esperienze tra cui quella di un collega del San Paolo di Milano – conclude il medico – ho iniziato a curare pazienti napoletani. Esiste un punto sull’avambraccio che ha un effetto sull’aritmia: è il Nei Guan, essenziale nelle patologie cardiovascolari, specialmente nelle turbe del ritmo cardiaco e del flusso vascolare coronarico. Ma è un punto che controlla anche ansia, agitazione, insonnia, sintomi che spesso accompagnano l’aritmia. E tra i casi trattati, ricordo un cardiologo affetto da fibrillazione atriale: sebbene sotto terapia, non aveva ottenuto risultati rilevanti e rifiutava procedure più invasive come l’ablazione transcatetere. Cercò un’alternativa e riuscii a risolvere il suo problema. Ovviamente, ogni caso è a sé stante, e prima di intraprendere un percorso di agopuntura è fondamentale il consulto e l’approvazione del cardiologo».
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Fonte:Repubblica.it